Rassegna stampaย
In the garden of the Venieri Tower in Ann Mera, the official Urban Official 2023 selection will be projected.
Recensioni
Vito Nicoletta, Il CONTESTO E LE RADICI DEL SUO CINEMA.
Vito Nicoletta, pur essendo un cineasta, รจ profondamente radicato nell'arte visiva in senso piรน ampio. La sua esperienza come fotografo, pittore e scultore non รจ un semplice "hobby" o un'attivitร parallela, ma la vera e propria fondamenta del suo linguaggio cinematografico. Questo lo distingue da molti registi tradizionali.
Per Vito Nicoletta, l'immagine non รจ un supporto alla narrazione, ma la narrazione stessa.
Le sue inquadrature sono spesso composizioni studiate, cariche di simbolismo, colore e texture, che richiamano la pittura e la fotografia d'arte. L'attenzione alla luce, alle ombre e ai dettagli รจ quasi maniacale, e mira a evocare sensazioni e stati d'animo piuttosto che a illustrare una storia.
A differenza del cinema narrativo classico, che si basa su una chiara progressione degli eventi e sullo sviluppo dei personaggi, il cinema di Vito Nicoletta si muove spesso nell'ambito dell'astrazione, l'astrazione come linguaggio. I suoi film possono essere paragonati a poesie visive, dove il significato emerge non tanto dalla logica sequenziale, quanto dall'accostamento di immagini, suoni e ritmi. Questo richiede allo spettatore un approccio piรน contemplativo e meno passivo.
La sua competenza come musicista inoltre e la sua attenzione al sound design sono cruciali. Il suono nei suoi film non รจ mai un semplice accompagnamento, ma un elemento narrativo autonomo e potente. Rumori ambientali, tracce musicali originali (spesso composte da lui stesso), e silenzi eloquenti contribuiscono a creare l'atmosfera, a suggerire significati e a guidare l'esperienza emotiva dello spettatore, sopperendo spesso all'assenza di dialoghi.
Le sue scelte tematiche non sono casuali ma riflettono una profonda sensibilitร verso le problematiche socio-culturali del suo tempo, con un focus particolare sul Sud Italia.
Il tema del declino dei borghi italiani, in particolare quelli del Sud, รจ centrale. Non รจ solo una denuncia della perdita demografica, ma una riflessione sulla perdita di identitร , di storia e di memoria collettiva. I borghi abbandonati diventano metafore di un'esistenza sospesa, di un tempo che si รจ fermato, e al contempo luoghi di introspezione profonda. "BISACCISTAN" ne รจ l'esempio piรน lampante, dove il ritorno dell'emigrante non รจ un ricongiungimento, ma una dolorosa constatazione del vuoto.
Con "ORIZZONTI PERDUTI", Vito Nicoletta ci racconta con grande poesia, l'Impatto dell'Uomo sull'Ambiente, allarga la sua visione all'impatto delle scelte umane sull'ambiente e sul paesaggio, in particolare l'installazione di impianti eolici. Qui non si tratta solo di estetica, ma di una riflessione sulla modifica irreversibile di panorami e sulla perdita di un'innocenza visiva e identitaria. Questi interventi diventano simboli di una modernizzazione che spesso ignora il legame profondo tra l'uomo e il suo territorio.
Nonostante la malinconia intrinseca ai suoi temi, c'รจ spesso un sottile strato di nostalgia non patetica, ma quasi di ammirazione per ciรฒ che รจ stato. E in alcuni casi, una ricerca di segni di resilienza, di una bellezza che persiste nonostante l'abbandono. I suoi personaggi (o le sue figure archetipiche) sono spesso soli, quasi come fantasmi in paesaggi dimenticati, ma la loro presenza evoca una storia, una resistenza silente.
Vito Nicoletta si colloca in un filone del cinema italiano meno mainstream, piรน vicino al cinema d'autore sperimentale e al documentario d'arte. Non ricerca il successo commerciale ma l'espressione artistica e la provocazione intellettuale.
Il fatto che sia un produttore indipendente รจ significativo. Significa totale libertร creativa, ma anche la sfida di reperire fondi e distribuzione. Questo gli permette di mantenere la sua visione artistica pura, senza compromessi dettati da esigenze di mercato.
I premi e le selezioni in festival internazionali non di massa (come il WIDESCREEN International Film Festival di Toronto) sono un indicatore del valore artistico del suo lavoro e della sua capacitร di comunicare un messaggio che trascende i confini nazionali, proprio perchรฉ universali sono i temi dell'abbandono, della memoria e del rapporto uomo-territorio.
Sebbene non sia possibile indicare precise influenze, il suo stile potrebbe richiamare a tratti registi come Michelangelo Antonioni (per l'attenzione al paesaggio e al vuoto esistenziale), o alcuni documentaristi contemplativi che esplorano i luoghi e le loro atmosfere.
In sintesi, Vito Nicoletta รจ un artista poliedrico che utilizza il mezzo cinematografico per esplorare la condizione umana attraverso il prisma di paesaggi in trasformazione. Il suo cinema รจ un invito a rallentare, a osservare, a sentire, e a riflettere sulla fragilitร e la bellezza del mondo che ci circonda.
(Stefano Costa)
"Un regista che sa parlare con il silenzio "
(Rocco Roberto)
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( scrive Francesco Cardinale sul film 'Bisaccistan' )
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(scrive Antonio Donatiello sul film 'Bisaccistan')